La scuola di oggi e quella di domani, ne abbiamo parlato con Vito Sanzo, Dirigente Scolastico dell’ITTS “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro.
Piano Scuola 4.0
- Il Piano Scuola 4.0 può rappresentare la vera svolta tecnologica e metodologica che la scuola attendeva?
Il Piano Scuola 4.0. – che nel nostro Istituto tecnico tecnologico “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro è già partito con i progetti Next Generation Classroom e Labs – potrebbe rappresentare la chiave di volta di quel complesso processo di innovazione metodologica, gestionale, organizzativa e didattica di cui la scuola ha bisogno per poter fornire efficaci strumenti di orientamento in una realtà umana, globale, sociale ed economica sempre più in rapido cambiamento e piena di nuove sfide, riducendo il mismatch fra l’istruzione e la formazione scolastica e il mondo del lavoro e della produttività. Gli investimenti specifici del PNRR per la scuola puntano, fra l’altro, a favorire la transizione digitale del sistema scolastico italiano con la trasformazione di almeno 100.000 aule in ambienti di apprendimento innovativi, adattivi e flessibili, connessi e integrati con tecnologie digitali, fisiche e virtuali, e la creazione di laboratori per le nuove professioni digitali, realizzando interconnessioni con le imprese e start-up innovative per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle nuove professioni digitali (come l’intelligenza artificiale, la robotica, la cyber-security, etc.).
La scuola italiana, tra gap da colmare ed esperienze da valorizzare
- A quale modello tende la scuola italiana?
- Quali sono i gap da colmare?
- Quali sono le esperienze da valorizzare?
Il progetto è molto importante ed ambizioso e, senz’altro, rappresenta una grande opportunità di crescita e miglioramento per le istituzioni scolastiche del nostro Paese, ma dovrebbe essere accompagnato da misure di supporto sistemiche che consentano alle scuole di utilizzare al meglio i fondi previsti attraverso una adeguata progettualità e pianificazione delle risorse umane, professionali e materiali. Non sempre tutte le scuole hanno la possibilità di mettere in campo le competenze professionali e tecniche, la disponibilità e il tempo necessari, per accedere alla complessa e articolata macchina organizzativa della piattaforma di gestione dei progetti del Piano Scuola 4.0, attuandone le richieste sul piano della progettazione didattica, dell’elaborazione di cronoprogrammi, dell’attuazione e monitoraggio delle varie fasi di realizzazione, della rendicontazione economico-finanziaria.
Tutto questo in una scuola non può chiaramente essere demandato alla buona volontà di quanti, fra il personale docente ed ATA, si prodigano nel mettere a disposizione competenze e tempo personale oltre le attività cosiddette ordinarie. Emergono, dunque, le storiche carenze legate ad una autonomia gestionale ed organizzativa per molti versi rimasta sulla carta e mai realmente resa possibile. Carenze dovute alla specializzazione di profili professionali che avrebbe dovuto accompagnare l’autonomia scolastica e che, invece, non è mai avvenuta; tant’è che ancora, nonostante la Legge 107 del 2015, si continua a parlare in maniera vaga di ‘collaboratori’ del dirigente scolastico ma non si è fatto nulla per formare realmente un middle management nella scuola, quei quadri intermedi con varia professionalità che sono sempre più necessari per affrontare il cambiamento atteso.
Sicuramente anche altri organismi come la presenza di un ufficio tecnico, di cui non dispongono tutte le scuole, può essere di aiuto e supporto nella realizzazione di quanto previsto dal PNRR per la scuola. Alla base di tali difficoltà ancora una volta c’è il mancato ripensamento della formazione del personale della scuola, quale leva strategica fondamentale per il miglioramento del sistema scolastico e per la realizzazione di una didattica di qualità che possa essere non solo al passo dei nuovi tempi, ma interpretarne e preconizzarne le istanze.