Le opportunità che la virtualità e le nuove tecnologie possono offrire alla didattica sono innumerevoli. Proprio per questo, il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha previsto il “Piano Scuola 4.0”, nel quale il Ministero dell’Istruzione ha investito 2,1 miliardi.

Scopo della misura è trasformare le classi e i laboratori in ambienti di apprendimento innovativi, per preparare gli studenti alle professioni del futuro. Nascono così le Next Generations Classroom e i Next Generations Labs, luoghi in cui l’apprendimento diventa digitale. Si fa così spazio nella didattica alla virtualità, all’intelligenza artificiale e all’apprendimento immersivo.

Immersive learning: cos’è e come funziona

La didattica immersiva è una vera e propria novità nel campo della formazione e propone un apprendimento più “al passo con i tempi”. In un mondo pervaso dalle tecnologie digitali, l’apprendimento tradizionale corre il rischio di non riuscire più a coinvolgere gli studenti e a mantenere alta la loro attenzione nel tempo.

Non solo, con l’immersive learning si possono vivere esperienze di apprendimento più inclusive ed accessibili a tutti. Percorsi di formazione personalizzabili ed adattabili alle diverse esigenze, sono oggi possibili grazie alla virtualità. Lo spazio simulato offre un ambiente di apprendimento stimolante e coinvolgente che attiva tutti i sensi e tiene alta l’attenzione. Vediamo più nello specifico cos’è l’immersive learning e come si realizza.

Immersive learning experience

L’Immersive learning experience si rende possibile attraverso l’uso di avatar, ovvero rappresentazioni digitali di sé stessi che interagiscono in spazi virtuali che riproducono perfettamente la realtà. Attraverso la simulazione è possibile studiare atomi, particelle o opere d’arte, vedendole da vicino e interagendo con essi. In questo modo si realizza un’esperienza “sul campo” senza oneri di trasferimento o costi di laboratorio, il tutto si svolge in piena sicurezza, rimanendo tranquillamente a casa.

Questi sono solo alcuni dei vantaggi dell’immersive education che fornisce un’alternativa all’apprendimento standard attraverso una esperienza multisensoriale, simile a quella di un videogioco.

È possibile immaginare, infatti, un percorso formativo strutturato su livelli che motiva lo studente attraverso il superamento di vari stadi. L’apprendimento non è più passivo e frontale ma diventa attivo: è il discente a realizzare autonomamente il proprio percorso.

Immersive learning technologies

Perché si possa realizzare la didattica immersiva, o immersive training, sono necessarie alcune tecnologie come:

  • Realtà virtuale
  • Realtà aumentata
  • Intelligenza artificiale
  • Visori

Il visore per realtà virtuale è lo strumento attraverso il quale si accede all’ambiente simulato, ovvero alla Virtual Reality (VR). I sensori disponibili sui visori permettono di muoversi nello spazio virtuale, mentre i wired gloves sono guanti che consentono di agire direttamente con le mani, senza più joystick o tastiere. Esistono anche auricolari per trasferire i suoni e cyber tute in grado di simulare il tatto.

La realtà aumentata, invece, permette di introdurre elementi virtuali negli spazi reali attraverso la riproduzione di oggetti, per esempio, nello spazio domestico o in aula. 

Grazie all’intelligenza artificiale è possibile, inoltre, creare un vero e proprio tutor virtuale, un eLearning chatbot, che guida il partecipante durante il corso di formazione. Questo sistema permette di adattare la guida alle esigenze dello studente e di creare un percorso formativo customizzato.

Oggi le immersive learning technologies consentono a tutti di accedere alla realtà virtuale immersiva costruita intorno all’utente, per i più svariati scopi.

Immersive education vantaggi

Ma cosa rende l’immersive learning così promettente per il futuro della formazione e della didattica? Vediamo nel dettaglio i numerosi vantaggi che questa nuova frontiera promette.

Innanzitutto, i discenti si formano in un ambiente iperstimolante dove il coinvolgimento emotivo, relazionale e cognitivo è massimo. Questo vuol dire non avere distrazioni ed essere fortemente concentrato. La memorizzazione delle conoscenze acquisite viene favorita ed aumenta fino al 75%, rispetto ai metodi tradizionali.

Favorendo l’interazione, l’immersive learning trasforma lo studente da uditore ad attore del suo percorso formativo, facendolo diventare parte attiva del processo di apprendimento. È lui che “fisicamente” accede allo spazio virtuale e compie delle azioni, è lui che supera i “livelli” ed avanza nella sua formazione.

Con l’apprendimento immersivo, inoltre, il contenuto formativo si può adattare alla platea di corsisti specifica e ai valori aziendali, anche grazie ad analisi predittive.

L’accesso allo spazio virtuale, infatti, permette anche di raccogliere dati importanti che sono più difficili da ottenere tradizionalmente. Parliamo di frequenze e durata della formazione; performance; feedback dei partecipanti, tutte informazioni che consentono di programmare un ambiente di apprendimento “su misura”.

Infine, non possiamo non parlare di alcuni vantaggi tangibili come la riduzione dei costi: nessuna trasferta da sostenere per raggiungere un luogo o un laboratorio specifico. Nessuna locazione per l’uso di attrezzature specialistiche e, soprattutto, nessun rischio.

Pensiamo alla formazione medico sanitaria o a quella ingegneristica, in questi casi simulare delle operazioni in aula didattica immersiva può essere un vantaggio non da poco. Lo spazio virtuale offre la possibilità di ripetere l’esercitazione potenzialmente all’infinito senza conseguenze, aiutando la memorizzazione delle procedure.

Didattica immersiva e metaverso il futuro della formazione

Oggi il Metaverso sta rivoluzionando tutti i settori economici e sociali ed ha travolto, con le sue potenzialità, anche la formazione. Per questo è stato coniato il termine Eduverso, un nuovo campo di esplorazione che rivede l’educazione e l’apprendimento in ambito virtuale.

La virtualità consente di trasformare l’esperienza fisica in una completamente immersiva ed autonoma, dove non esistono più schemi precostruiti. La gestione del tempo da dedicare allo studio è libera e i contenuti possono adattarsi ai propri ritmi. L’insegnante diventa tutor, o facilitatore, la guida di un percorso che si fa sempre più diversificato e coinvolgente e in cui apprendimento ed emozioni viaggiano insieme.

Grazie al metaverso gli studenti potranno muoversi in spazi impossibili da trovare nella realtà. Pensiamo alle ricostruzioni delle città in epoca romana o agli ologrammi 3D di opere d’arte… Tutte opportunità fino a ieri sconosciute e che oggi non aspettano altro che essere esplorate!

Arturo Nicolino
Author: Arturo Nicolino